Cosa lascio alla scuola che ho diretto per ventiquattro anni ?
Cosa lascio ai docenti, al personale ed a tutti quelli che hanno collaborato con me e che ho guidato in tante vicende, in tante difficoltà, verso tanti successi.
Cosa lascio alla Scuola Italiana ?
Dopo quarant’anni mi sembra che la Scuola italiana sia più disgregata rispetto ai tempi in cui (1958-59), indossando grembiule nero e fiocco tricolore, andavo a piedi a scuola, con ai piedi calzini corti e sandali con i due occhi, quasi a vigilare sul mio procedere.
Se chiudo gli occhi penso a mille vicende, sorrisi, grida nei corridoi, progetti, uscite didattiche…
Rivedo l’entrata a scuola di personaggi importanti per la vita e la crescita di bambini e ragazzi: nonni per leggere e raccontare, vigili e panettieri per spiegare il loro lavoro, scrittori per l’infanzia e per i ragazzi a raccontarsi e rispondere alle tante domande ..
Cosa lascio ?…. Davvero non lo so…
La mia testa, in questi ultimi giorni, è piena di nuvole azzurre e rosa che mi guidano verso una nuova fase della mia vita.
Non sarò né maestro, né direttore, né dirigente, né preside ….
Forse lascio il ricordo delle mie più lunghe giornate di lavoro quando dicevo al personale: “Non vi preoccupate, lavoro ancora un po’, chiudo io”.
Lascio forse il ricordo della mia testardaggine nel perseguire gli obiettivi, anche i più difficili che la Scuola e le vicende scolastiche impongono tante volte.
Lascio il ricordo di una fibra personale di chi ha avuto la fortuna di nascere in epoche in cui si vedeva e percepiva, in Italia, una diffusa povertà. Era l’Italia sopravvissuta ad una guerra terribile con i segni visibili nelle strade e sui volti di giovani e vecchi.
Forse lascio l’esemplarità dell’impegno, la voglia di parlare con tutti e di ascoltare tutti per raggiungere quella condivisione che è segno della democrazia e della civiltà.
Forse, forse, forse….
In verità non lo so.
Le nuvole azzurre e rosa tornano nella mia testa e mi riportano i volti, i sorrisi, le voci di migliaia e migliaia di bambini e ragazzi.
Sono stato contagiato dalla loro presenza, da maestro e da direttore/dirigente.
In tutti questi anni si è creata una dipendenza emotiva forte per cui qualcuno, mentre lavoravamo in ufficio e si girava per l’entrata dei bambini, diceva : “Ecco qui, adesso esce l’uomo vero”.
I bambini, la ragione di una vita intera….
E allora sì….
Davvero non so cosa lascio, dovranno dirlo gli altri, se vorranno….
Io, ora, so quello che ho preso e porto con me …
Forse, forse, forse…
… anzi certamente…
HO PRESO MOLTO DI PIU’ di quello che ho dato…
Ho preso l’entusiasmo delle bambine e dei bambini… la sincera voglia di crescere e di essere ascoltati delle ragazze e dei ragazzi…
Ho preso la spaventosa, incredibile, stupefacente, meravigliosa unicità di ogni bambino e ragazzo, di ogni maestro e professore, di ogni bidello e impiegato, di ogni professoressa e maestra, di ogni mamma e papà ….. migliaia…
Ho raccolto le testimonianze di vita, le fragilità, la voglia di esserci e di fare di decine di migliaia di persone che chiedevano a me, persona largamente imperfetta, un aiuto, un momento di ascolto, due minuti per parlarsi o stare semplicemente insieme, la soluzione di un problema che pareva gigantesco.
Io, uomo imperfetto ed incapace di stare su binari sempre troppo stretti, chiamato ad ascoltare gli altri e cercare soluzioni….
Ho preso e porto con me la voglia nuova di cercare soluzioni di fronte a ogni problema
Sì, forse la meraviglia della Scuola è proprio questa: l’imperfezione diffusa di essere umani, piccoli e grandi, che cercano di capire qual è la modalità migliore per vivere, crescere, stare tranquilli ….
Forse porto con me proprio questo, il miracolo dell’Umanità fatta di visi, caratteri, voci, sorrisi, posture, emozioni profondamente diversi l’uno dall’altra.
Sono fortunato !
Una cascata di umanità di piccole e grandi imperfezioni che, miste alla mia notevole incapacità ed imperfezione, è riuscita a generare lo sviluppo e la crescita positiva di decine di miglia di future donne e futuri uomini di questo Paese….
Porto con me l’energia di questa cascata che trova la sorgente naturale nella vitalità delle bambine e dei bambini e del loro esserci
Porto con me le voci di tutti, lo sguardo di tantissimi, le posture, i movimenti, le emozioni di chi, da vicino o da lontano, ha fatto di tutto per esserci: bambini, ragazzi, nonni, mamme, papà, impiegati, bidelli, assessori, vigili urbani, sindaci, medici, operatori sociali, … e tanti altri Forse la Scuola è proprio questo: il meraviglioso incontro di umanità e di soggetti diversamente abili (tutti) alla ricerca – più che della perfezione – dell’incontro della vita.
Perché la vita è l’arte dell’incontro
E la vita riproduce le leggi della Natura che sembra selvaggia ma conserva il suo ordine: un oceano non cambia dopo una tempesta, un bosco non muta dopo una pioggia, …..
I bambini, quelli di ieri, quelli di quarant’anni fa, quelli che ci sono stati e tutti quelli che verranno, saranno sempre
MERAVIGLIOSI BAMBINI DIVERSAMENTE BELLI e
STRAORDINARIAMENTE UTILI alla Scuola che,
senza di loro, non ha motivo di esistere.
Grazie a chi mi ha sopportato con tanta umanità e pazienza
Grazie a chi ha collaborato con noi, con me
Grazie alle meravigliose mamme incrociate da maestro e da direttore/dirigente, grazie ai papà e ai nonni.
Porto con me l’aver imparato che «la scuola si costruisce insieme con i genitori e le famiglie»
Grazie a tutti quelli che, avvicinandosi alla scuola che ho diretto, lo hanno fatto sempre con umiltà, pazienza, discrezione, serietà, voglia di aiutarci
Forse dovrò trovare un cuore più grande per contenere la gioia di tutti questi meravigliosi regali….
Mi serve ancora un cuore forte perché, contro ogni avversità, voglio continuare ad esserci per la Scuola e per loro:
i BAMBINI ed i RAGAZZI
__________________________________________________________________________Guglielmo Rispoli